Nel corso di una lunga carriera Martin Taylor è diventato punto
di riferimento obbligato per i concerti in totale solitudine.
Influenzato dai chitarristi classici, dai “country pickers” e da
pionieri quali George Van Eps, Eddie Lang e Carl Kress, Taylor ha fatto
sì che le sue esibizioni in solo non siano una passerella di
prodezze tecniche (pur evidenti), ma un compendio di emozioni e poesia,
al servizio di un fraseggio pressoché inimitabile e di una
spiccata propensione verso l’invenzione melodica. La sua arte è
stata comunque richiesta da grandi musicisti di ogni genere (Stephane
Grappelli, Chet Atkins, George Harrison, Dionne Warwick, Sacha Distel e
Jamie Cullum), e da solo ha avuto modo di esibirsi nei club e nei
festival più famosi del mondo. La prestigiosa rivista americana
“Down Beat” gli ha riservato giustamente un posto tra i settantacinque
chitarristi più importanti di tutti i tempi.
AJSF è orgoglioso di ospitare un artista di simile levatura.