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26-07-2009 h 21:30 |
Fermo (FM) |
Arena Villa Vitali, Viale Trento |
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Biglietti:
Settore A
Intero euro18
Ridotto euro 15
Settore B
Intero euro15
Ridotto euro12
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Che cos’è Carioca? È l’inedito viaggio che l’acclamato
pianista, premiato nel 2007 con l’Hans Koller European Jazz
Prize, ha intrapreso andando alla scoperta del mondo del samba e dello
choro; le vere, autentiche colonne sonore di Rio de Janeiro. Il brodo
primordiale da cui successivamente ha preso forma la Bossa Nova.
Il progetto, che ha dato vita all’omonimo disco edito dalla Universal
Music Italia, è stato ideato dal giornalista ed esperto musicale
Alberto Riva e realizzato nell’ottobre del 2006 a Rio de Janeiro. In
quei giorni Bollani era entrato in sala d’incisione con alcuni dei
più prestigiosi strumentisti brasiliani: il chitarrista Marco
Pereira, il batterista Jurim Moreira, il contrabbassista Jorge Helder,
il mago delle percussioni Armando Marçal, più noto come
“Marçalinho”, e in fine il sassofonista Zé Nogueira:
quest’ultimo, insieme a Riva, produttore artistico del lavoro. Li
ritroviamo tutti sul palco nel nuovo tour di Carioca. A loro si
aggiungono Mirko Guerrini e Nico Gori, già componenti dei
Visionari di Bollani e presenti anche nel disco.
E chi ha amato il disco, campione assoluto di vendite, adorerà
adesso il live, o forse sarebbe meglio dire lo show “ao vivo”.
Sul palco tornano ovviamente le gemme che Bollani ha fissato sul
Cd, vecchi straordinari samba come “A voz do morro” di Zé
Keti, “Samba e amor” di Chico Buarque o “Luz negra” di Nelson
Cavaquinho, oppure le perle dello choro come “Segura ele” del maestro
Pixinguinha e “Tico Tico no Fubà” di Ziquinha de Abreu. Ma in
più fanno la loro comparsa improvvisazioni e sorprese, come “Na
baixa do sapateiro” di Ary Barroso, “Outra coisa” di Moacir Santos e
“Trem da onze” di Adoniran Barbosa, il famoso “inno di San Paolo” che
fu tradotto anche in Italia da Riccardo Del Turco come “Figlio unico” e
che Bollani canta e reinventa ogni volta.
Sul palco il gruppo Carioca segue l’umore e, come direbbero a Rio,
“l’onda” del momento: procede seguendo lo spirito delle canzoni,
compatto oppure dividendosi in trio, in duo, in quartetto e talvolta
lasciando al centro del palco il lirismo, lo humor e la fantasia di
Stefano Bollani in “solo” con il suo pianoforte.
Stefano Bollani
All'età di sei anni comincia a studiare pianoforte. Esordisce
professionalmente a quindici anni. Dopo il diploma di conservatorio
conseguito a Firenze nel 1993 e una breve esperienza come turnista nel
mondo della musica pop (con Raf e Jovanotti, fra gli altri) si afferma
nel jazz, collaborando con grandissimi musicisti (Richard Galliano,
Gato Barbieri, Pat Metheny, Michel Portal, Phil Woods, Lee Konitz, Han
Bennink, Paolo Fresu, Miroslav Vitous, Aldo Romano, Toninho Horta, John
Abercrombie, Kenny Wheeler, Greg Osby, Martial Solal...) sui palchi
piú prestigiosi del mondo (da Umbria Jazz al festival di
Montreal, dalla Town Hall di New York alla Scala di Milano).
Fra le tappe della sua carriera, fondamentale è la
collaborazione iniziata nel 1996 - e da allora mai interrotta - con il
suo mentore Enrico Rava, al fianco del quale tiene centinaia di
concerti e incide ben dodici dischi; il piu' recente, Tati, ECM 2005,
in trio con Paul Motian alla batteria, e' stato nominato disco dell'
anno dall' Academie du jazz francese.
Il referendum dei giornalisti della rivista specializzata Musica jazz
lo proclama miglior nuovo talento del 1998; in quel periodo, mentre
guida il proprio gruppo, L'Orchestra del Titanic, si lancia nella
realizzazione di un ambizioso disco-spettacolo in omaggio alla musica
leggera italiana degli anni '30-'40 (Abbassa la tua radio con Peppe
Servillo, Irene Grandi, Marco Parente, Elio delle storie tese e tanti
altri cantanti e musicisti).
Nel 2003 a Napoli riceve il Premio Carosone; l’anno successivo la
rivista giapponese “Swing journal” gli conferisce il premio New star
award riservato ai talenti emergenti stranieri, per la prima volta
assegnato a un musicista non americano. Per la label giapponese Venus
records pubblica cinque dischi alla testa del suo abituale trio,
con Ares Tavolazzi al basso e Walter Paoli alla batteria.
Particolarmente fuori dai canoni risultano alcuni suoi lavori come La
gnosi delle fanfole, nel quale mette in musica le surreali poesie di
Fosco Maraini insieme al cantautore Massimo Altomare (1998); Cantata
dei pastori immobili, oratorio musicale per quattro voci, narratore e
pianoforte, realizzato su testi di David Riondino (2004); il disco di
canzoni scandinave Gleda (Stunt records, 2005), realizzato in Danimarca
in compagnia di Jesper Bodilsen al basso e Morten Lund alla batteria.
E' produttore artistico e arrangiatore di un disco del cantautore Bobo
Rondelli (Disperati intellettuali ubriaconi, Arroyo), grazie al quale
ha vinto il premio Ciampi ed e' stato segnalato al premio Tenco.
Per la prestigiosa etichetta francese Label Bleu realizza 4 dischi: un
omaggio allo scrittore Raymond Queneau, registrato in trio con Scott
Colley e Clarence Penn (Les fleures bleues, 2002), un disco in completa
solitudine (Smat smat, 2003, segnalato dalla rivista inglese “Mojo”
come uno dei migliori dieci dischi jazz dell’anno), un disco per trio
jazz e orchestra sinfonica con Paolo Silvestri ad arrangiare e dirigere
l' Orchestra Regionale Toscana(Concertone, 2004), un doppio album (I
visionari, 2006) col suo nuovo quintetto piu' Mark Feldman, Paolo Fresu
e Petra Magoni come ospiti.
Collabora con numerosi artisti in ambito teatrale, dalla Banda Osiris
(nello spettacolo Guarda che luna!, 2002-2004, insieme a Rava,
Gianmaria Testa e altri e in Primo piano, 2005-2006), fino a Marco
Baliani, Giorgio Gallione e il Teatro dell’Archivolto, Ivano
Marescotti, Maurizio Crozza e Lella Costa, per la quale firma le
musiche di due spettacoli, Alice: una meraviglia di paese e Amleto.
In ambito classico, si esibisce come solista con orchestre sinfoniche
come l'Orchestra Regionale Toscana, la Filarmonica del Regio di Torino,
la Verdi di Milano, la Santa Cecilia di Roma con direttori come Jan
Latham-Koenig (con cui ha appena inciso il Concert Champetre di Poulenc
per l'etichetta inglese AVIE records), Cristopher Franklyn e James
Conlon.
Nel 2005 e' ospite fisso nel programma televisivo di RaiUno Meno siamo
meglio stiamo, di e con Renzo Arbore. E' ideatore e conduttore, insieme
a David Riondino, della trasmissione musicale Dottor Djembe', andata in
onda su Radiotre nella stagione 2006/07 (Premio Microfono d' argento
2007).
Nel 2006 per la rivista Musica jazz è il musicista italiano
dell' anno; e il disco dell' anno e' il suo Piano solo, uscito per la
ECM.
Nello stesso anno l' editore Baldini e Castoldi Dalai ha dato alle
stampe il suo romanzo La sindrome di Brontolo.
Dal 2005 e' direttore artistico della rassegna Vivere jazz festival,
che si svolge ogni anno a Fiesole (Firenze).
Il referendum dei giornalisti della rivista americana Downbeat nel 2007
lo vede ottavo fra i nuovi talenti del jazz mondiale e terzo fra i
giovani pianisti. I critici della rivista Allaboutjazz di New York lo
votano fra i 5 musicisti piu' importanti del 2007, accanto a mostri
sacri come Ornette Coleman e Sonny Rollins. Nel dicembre dello stesso
anno a Vienna gli viene consegnato l'European Jazz Prize, premio della
critica europea, come miglior musicista europeo dell' anno.
Va fiero della copertina che gli ha dedicato il settimanale Topolino,
rivista di cui e' stato ufficialmente nominato "Ambasciatore".
Il suo ultimo lavoro e' uscito in edicola allegato a L' espresso il 7
dicembre 2007. Si tratta di una incursione nella musica popolare
brasiliana, Bollani carioca, un disco registrato a Rio de Janeiro con
importanti musicisti del luogo. Insieme a loro si e' esibito in varie
citta' del Brasile ed e' stato il secondo musicista a suonare un
pianoforte a coda in una favela di Rio, il 1 dicembre 2007. Il primo
era stato Antonio Carlos Jobim.
website: www.stefanobollani.com
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